Fondamenti di
infermieristica
generale
Appunti di Zoe Franzoni
Università degli Studi di Brescia
Facoltà: Medicina e Chirurgia
Corso di Laurea in Infermieristica
Esame: Fondamenti generali di infermieristica (Parte 2)
Docente: Polonioli Gian Andrea
A.A. 2020/2021
Tesi
online
A P P U N T I
Tesionline11
FONDAMENTI DI INFERMIERISTICA
GENERALE II
1.1 LA SALUTE
1946: l’organizzazione mondiale della sanità definisce la salute come uno stato di completo benessere fisico, psichico
e sociale e non si riduce alla sola assenza di malattia.
1978: Alma Ata, conferenza internazionale sull’assistenza sanitaria primaria definisce la salute come un diritto
umano fondamentale ed è il risultato la cui realizzazione richiede il contributo di molti settori economici – sociali, in
aggiunta a quello sanitario.
1986: Ottawa, conferenza internazionale sulla promozione della salute, definisce la salute una misura della capacità
dell’individuo o di un gruppo di realizzare le proprie aspirazioni e di soddisfare i propri bisogni e di adattarsi
all’ambiente.
ARTICOLO 32: la repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e
garantisce cure gratuite agli indigenti; nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non
per disposizione di legge.
Gli orientamenti fondamentali nella società contemporanea ad nella cultura degli operatori sanitari:
MODELLO BIOMEDICO
La malattia è un’alterazione quantitativa e qualitativa dello stato fisiologico (disease).
Salute e malattia sono entità tendenzialmente oggettive e universali, che possono essere individuate e misurate
dall’esterno con procedure scientifiche intersoggettive.
Il sistema sanitario è fondato sulla struttura ospedaliera e sulla centralità del medico, a cui è affidato il mandato di
diagnosticare e guarire la malattia.
La natura tecnica e la filosofia di fondo del modello sono:
● Visione positivista;
● Concezione meccanicistica dei fenomeni;
● Principio di casualità.
I limiti di questo modello sono: 12
● Riduzionismo biologico;
● Codificazione della persona assistita;
● Burocratizzazione e tecnicismo.
MODELLO OLISTICO PSICOSOMATICO
La malattia è una condizione individuale e soggettiva di sofferenza (illness).
Salute e malattia sono entità soggettive, prodotte dalla percezione della propria storia individuale (non esistono
malattie uguali).
Il sistema sanitario è fondato sulla centralità della persona assistita, viene assicurato da equipe interdisciplinare di
operatori sanitari che, in ospedale come a domicilio, assistono ed educano alla propria.
Ha natura relazione ed educativa e la filosofia di fondo del modello sono:
● Visione fenomenologica ed ermeneutica;
● Relativismo culturale.
I limiti di questo modello sono:
● Scarsa considerazione del valore della scienza e della tecnica;
● Assolutizzazione della persona assistita;
● Tendenza all’individualismo professionale.
MODELLO ARMONICO DINAMICO
La malattia è un’alterazione dell’equilibrio che si realizza sia all’interno del corpo umano sia nella sua interazione con
l’ambiente esterno (sickness).
Salute e malattia sono considerate secondo una prospettiva politica ed epidemiologica e come risultato
dell’interazione strutturale tra uomo e ambiente.
Il sistema sanitario dà risalto all’approccio epidemiologico e alla tutela della salute collettiva a livello territoriale,
persegue una giusta combinazione tra politica sanitaria, ambiente, sociale ed economica.
Ha natura sociale e la filosofia di fondo del modello sono:
● Concezione sociologica dei fenomeni di salute;
● Principio di funzionalità.
I limiti del modello sono:
● Utopisti;
● Rischio di diffusa medicalizzazione;
● Scarsa considerazione dell’autonomia della persona e del suo potere individuale.
1.1.1 CONCETTO MALATO PAZIENTE
Il concetto di MALATO – PAZIENTE (patior cioè colui che patisce e che soffre) viene inteso come soggetto passivo del
processo di cura e assistenza.
Viene sostituito con CLIENTE o PERSONA ASSISTITA viene inteso come soggetto attivo, protagonista della propria auto –
cura e auto – assistenza. 13
1.1.2 DIFFERENZE TO CARE E TO CURE
TO CURE: curare cioè aver oggettivato qualcosa e curo solo ciò che vedo e non ciò che non vedo.
TO CARE: curare a 360° la persona quindi prendo in considerazione non solo l’oggettività ma anche la soggettività e si
entra in una logica diversa di assistere che è il prendersi in carico o il stare accanto (la persona è diabetica guardo
anche i problemi che quella persona ha essendo diabetica).
1.2 QUALITÀ DI VITA
DEFINIZIONE: è il momento in cui la persona è in grado di gestire la situazione e lo stato di benessere; se riesco a
mantenere il mio equilibrio mi sento appagato e ho una qualità di vita adeguata.
L’obiettivo per raggiungerla non è tanto la guarigione o la cura, quanto la tutela del benessere della persona in ordine
all’impatto della malattia e dei trattamenti sul suo equilibrio fisico, psicologico e sociale.
1.2.1 COPING
DEFINIZIONE: atteggiamento dell’assistito di far fronte alle difficoltà e ai problemi che sono spesso causati da
sindromi correlati alla malattia o ai trattamenti.
1.2.2 STRATEGIE DEL COPING
Si propongono di considerare problemi e soluzioni nel loro insieme, non isolando i singoli aspetti o comportamenti,
ma valorizzando la volontà e la consapevolezza della persona come motore del suo benessere.
1.3 NURSING
La natura specifica del nursing come attività rivolta non tanto alla malattia, quanto alle sue conseguenze sulla persona
e, dunque, sulla qualità di vita.
Prevenire, curare, riabilitare sono momenti fondamentali dell’assistenza che si intersecano con altri professionisti.
1.3.1 PREVENZIONE
DEFINIZIONE: Interventi che si propongono di agire anticipatamente sui problemi sanitari.
AD ESEMPIO: se io tolgo l’alcool alle persone che guidano si osserverà una diminuzione degli incidenti stradali.
La prevenzione si suddivide in:
1) PREVENZIONE DI PRIMO LIVELLO (primaria): Attività dirette a rimuovere i fattori di rischio cioè l’educazione rivolta
alla persona sana.
2) PREVENZIONE DI SECONDO LIVELLO (secondaria): individuare all’interno della popolazione la situazione della
malattia nella loro fase incipiente, mediante procedure di diagnosi precoce (screening).
Situazioni in cui la prevenzione primaria non ha avuto efficacia e quindi bisogna cercare il prima possibile gli
individui malati attivando gli screening che ci fanno capire che c’è la malattia, anche se i sintomi non si sono
verificati.
3) PREVENZIONE DI TERZO LIVELLO (terziaria): Si rivolge alla persona malata, allo scopo di minimizzare le complicanze
e gli effetti più gravi della malattia (invalidità o morte).
In Italia negli anni 70 il concetto di prevenzione era introdotto come uno dei principi basilari della riforma sanitaria, il
modo migliore per affrontare le malattie era cercare di evitarle ma c’erano scarse risorse per la prevenzione e anche
pochi infermieri. 14
EDUCARE ALLA PREVENZIONE
Proporre una concezione più razionale della malattia e va intesa come possibile e prevedibile evoluzione degli stili di
vita.
L’individuo anche nel momento della salute può prepararsi ad affrontare eventi patologici o cercare di allontanarli o
addirittura evitarli.
1.3.2 CURARE
Non riguardano solo alcune figure, ma coinvolgono tutte le professionalità della salute.
DECRETO LEGGE NUMERO 739 DEL 1994 “PROFILO PROFESSIONALE DEGLI INFERMIERI
L’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa.
Le principali funzioni sono:
● Prevenzione delle malattie;
● Assistenza ai malati e ai disabili di tutte le età;
● Educazione sanitaria.
L’assistenza infermieristica è preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa. Non sempre palliativa perché è possibile che
tutti gli interventi che attuiamo non sono in grado di gestire la situazione e non c’è il modo per curare quindi si
mettono in campo conoscenze di natura tecniche relazionali ed educative.
IMPORTANTE: l’infermiere agisce nella prevenzione e nell’assistenza delle persone di tutte le età attraverso modelli di
educazione; e mette in campo tutte le sue capacità per limitare tutte le azioni che si sono verificate.
1.3.3 RIABILITAZIONE
DEFINIZIONE: insieme di attività dirette a recuperare gli esiti negativi di una malattia (disabilità e handicap),
promuovendo il recupero dell’autonomia da parte di coloro che abbiano subito gli effetti di una malattia o di un
evento traumatico.
In questo ambito bisogna prendere in considerazione sia la dimensione fisica che la dimensione mentale; quest’ultima
è quella più problematica perché non è facile da gestire e non è possibile vedere.
1.4 MALATTIA
La malattia può essere di due forme:
● SOGGETTIVA: stato di sofferenza o di afflizione della persona, viene definita illness (sentirsi male);
● OGGETTIVA: lesione dell’organismo, misurabile mediante parametri biofisici o biochimici; disease (aver male).
C’è una coesistenza di percezioni divergenti sullo stato di salute; c’è una generale tendenza degli operatori sanitari a
considerare con maggiore attenzione l’aspetto oggettivo della malattia, piuttosto che la sua soggettività.
COSA PORTA?
A una generazione di gravi incomprensioni, il personale traduce le affermazioni della persona nella terminologia del
linguaggio diagnostico e tenendo a normalizzare i fatti, attribuendo un nome preciso a un’entità spoglia di
soggettività.
Trasformando: 15
→
1.4.1 MODELLO SANITARIO RIDUZIONISTA
Questo comporta a una cultura sanitaria riduzionista con la misurazione oggettiva e quantitativa della malattia con
l’incapacità di ascoltare e comprendere le sofferenze della persona assistita.
Questo modello sanitario riduzionista tende a ridurre l’azione sanitaria alla cura finalizzata alla guarigione.
C’è un tentativo di recuperare la soggettività e di riconsiderare la persona nella sua globalità come fondamento di un
approccio assistenziale che non si propone semplicemente di curare la malattia, ma di prendersi cura dell’assistito (to
care).
Questo enunciato costituisce il principio essenziale dell’assistenza infermieristica, sufficiente in per sé per determinare
una prima distinzione rispetto alle altre discipline sanitarie; l’assistenza infermieristica consiste nell’assumere come
problema centrale non la malattia ma la persona, le conseguenze di tipo fisiologico, psicologico e sociale sul vivere
quotidiano e sull’autonomia.
LE DIMENSIONI DELL’ASSISTENZA
INFERMIERISTICA
2.1 DM 739 DEL 1994 “PROFILO PROFESSIONALE”
ARTICOLO 1 - COMMA 2
L’assistenza infermieristica come un’attività preventiva, curativa, palliativa e di natura tecnica, relazionale ed
educativa.
Costituiscono le 3 dimensioni complementari dell’assistenza
2.1.1 TECNICA
La tecnica è considerata con una certa diffidenza dagli infermieri.
La tecnica, o meglio l’evoluzione tecnologica della medicina e dell’assistenza rappresenterebbe uno dei principali
fattori di disumanizzazione delle persone.
La riduzione dell’assistenza alla sola tecnica porterebbe a:
Comportamenti clinici standardizzati;
Alla negazione dell’ individualità;
Alla negazione della soggettività;
Alla negazione della dignità.
Secondo alcuni infermieri la tecnica rappresenterebbe:
1. Un aiuto concreto in situazioni pratiche;
2. Un fattore di crescita professionale;
3. Consapevolezza della propria identità professionale;
4. Un migliore riconoscimento sociale.